L’ingresso alla scuola primaria rappresenta uno dei passaggi più significativi nella crescita di un bambino. Si tratta di una vera e propria “transizione evolutiva”, che comporta cambiamenti non solo sul piano scolastico, ma anche sul versante emotivo, sociale e comportamentale.
Per i genitori, questo passaggio è spesso accompagnato da molte domande:
“Sarà pronto?”, “Avrà la concentrazione necessaria?”, “Riuscirà a stare seduto?”, “Sa già leggere come alcuni compagni?”
Domande lecite e comprensibili, che però talvolta possono essere influenzate da informazioni imprecise o da aspettative non realistiche.
Vediamo allora come orientarsi, partendo dall’importanza dei prerequisiti e sfatando insieme alcuni dei falsi miti più diffusi.
L’importanza dei prerequisiti
La scuola primaria non richiede al bambino di saper già leggere, scrivere o fare calcoli complessi. Ciò che viene richiesto è possedere una serie di prerequisiti, cioè quelle abilità cognitive, motorie e relazionali che costituiscono la base per apprendere con successo.
Diversi studi scientifici (Cornoldi, 2020; Biancardi & Tressoldi, 2012) evidenziano come i prerequisiti siano determinanti non tanto per “partire in vantaggio” quanto per garantire un ingresso sereno e adeguato nei processi di letto-scrittura e calcolo.
I principali prerequisiti da osservare per l’ingresso alla scuola primaria sono:
- Capacità attentive: mantenere l’attenzione su attività strutturate, anche per tempi brevi.
- Motricità fine: saper impugnare e utilizzare correttamente matite, forbici, costruzioni.
- Consapevolezza fonologica: saper riconoscere e manipolare suoni, sillabe e parole (es. riconoscere rime, contare le sillabe).
- Discriminazione visiva e uditiva: distinguere forme simili (es. cerchio/quadrato) o suoni simili (p/b, f/v).
- Memoria a breve termine e sequenzialità: ricordare e riprodurre brevi sequenze (es. colori, numeri, suoni).
- Autonomia personale e capacità relazionali: sapersi organizzare e gestire semplici richieste dell’adulto, relazionandosi positivamente con i pari.
Queste competenze si sviluppano gradualmente durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e possono essere potenziate con attività mirate. La loro valutazione, in caso di dubbi, permette di intervenire precocemente riducendo il rischio di insuccesso scolastico (MIUR, 2011; SINPIA, 2021).
Alcuni falsi miti da sfatare
Mito 1: “Deve saper leggere e scrivere prima della prima”
In realtà, la scuola primaria ha proprio il compito di insegnare a leggere e scrivere.
Quello che è auspicabile è che il bambino possieda competenze di consapevolezza fonologica e familiarità con le lettere, ma non è necessario che legga o scriva autonomamente.
Anticipare forzatamente l’apprendimento formale può aumentare stress e rifiuto.
Mito 2: “Se è vivace o si distrae, non è pronto”
La capacità attentiva a 5-6 anni è ancora in costruzione.
Ciò che va osservato non è tanto la vivacità, quanto la possibilità di attivare e mantenere l’attenzione per tempi congrui rispetto all’età.
Studi (Barkley, 2014) ci ricordano che l’autoregolazione si sviluppa gradualmente e che molti bambini attivi e curiosi diventano ottimi alunni con il giusto accompagnamento.
Mito 3: “I bambini devono essere tutti uguali”
Ogni bambino ha tempi di sviluppo diversi, ed è fisiologico osservare differenze significative già all’ingresso in prima primaria.
C’è chi scrive lettere con precisione, chi ancora no, chi mantiene l’attenzione più a lungo e chi fatica.
L’importante è che siano presenti le basi minime di autonomia, motivazione e disponibilità all’apprendimento.
Mito 4: “Imparare è solo questione di volontà”
L’apprendimento non dipende solo dalla motivazione o dall’impegno.
Le ricerche (Swanson et al., 2020) evidenziano come attenzione, memoria, funzioni esecutive e prerequisiti cognitivi siano determinanti.
Insistere unicamente sull’impegno può portare a frustrazione o senso di inadeguatezza nei bambini che presentano fragilità reali.
Dubbi e domande frequenti dei genitori
“E se non tiene bene la matita?”
Può essere utile proporre giochi di potenziamento della motricità fine (ritagliare, colorare, infilare perline). Se la difficoltà persiste, è consigliabile un approfondimento.
“Se si muove tanto e si distrae?”
È importante osservare la qualità dell’attenzione: riesce comunque a portare a termine i compiti proposti? Se il livello attentivo è molto al di sotto di quello atteso, può essere utile un confronto specialistico.
“Se confonde ancora i suoni?”
La consapevolezza fonologica è proprio uno degli ambiti su cui la scuola primaria lavora intensamente all’inizio. Se la difficoltà è marcata, un percorso di potenziamento o una valutazione logopedica possono essere di aiuto.
Come sostenere i bambini in ingresso alla scuola primaria?
Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Favorire attività ludiche che stimolino attenzione, linguaggio, motricità fine e capacità di sequenzialità.
- Rafforzare l’autonomia (vestirsi, preparare lo zaino, riconoscere il proprio materiale).
- Evitare confronti diretti con altri bambini (“Guarda che Luca già scrive…”).
- Promuovere una visione positiva della scuola, sottolineando l’aspetto di scoperta e crescita personale.
Se emergono dubbi significativi, non esitare a richiedere un confronto specialistico: una valutazione precoce può fare la differenza.
Il valore di una valutazione precoce
Nei casi in cui emergano fragilità nei prerequisiti, una valutazione neuropsicologica o logopedica permette di:
- Comprendere meglio i punti di forza e di debolezza del bambino
- Pianificare interventi mirati di potenziamento
- Prevenire il rischio di insuccesso o rifiuto scolastico
Cosa offre il Centro AbilMente?
Il nostro centro propone:
- Valutazioni dei prerequisiti scolastici (linguistici, cognitivi, motori)
- Percorsi di potenziamento individualizzati
- Supporto psicologico e consulenze per le famiglie
- Incontri di orientamento per genitori e insegnanti
Per accompagnare i bambini all’ingresso della scuola primaria in modo sereno, sostenendone lo sviluppo e rispettando i loro tempi.